Agricoltura-Lazio

“Mangiare geografico” è una espressione che individua gli stretti legami che intercorrono tra cibo e territorio. Meglio ancora, è una espressione che nella dimensione della post-modernità in atto definisce il bisogno di ricollocare le identità culturali nell’alveo dei concetti di luogo e di tradizione comunitaria.

Questo bisogno, scaturito in forma reattiva dalle tendenze omologative causate dal consumismo di massa, si qualifica sempre più come la via di fuga in grado di opporsi “dal basso” ai processi di mondializzazione e di industrializzazione dei prodotti culturali. Compresi quelli attinenti alla sfera del cibo e delle pratiche alimentari.

Il Lazio contemporaneo, letto alla luce di una riflessione di tipo storico-antropologica, non sembra sfuggire a tale fenomeno. Ne sono testimonianza palese il recupero di vetuste consuetudini culinarie legate al suo passato contadino-pastorale, la ripresa in chiave economico-produttiva delle biodiversità agro-alimentari, il successo commerciale dei prodotti tipici locali; successo che si estrinseca ovunque nelle frequentazione delle sagre di paese, nelle proliferazione di eno-gastro-teche country style e nella diffusione crescente delle pratiche agrituristiche.

Quali traiettorie di recupero abbia seguito questo fenomeno revivalistico-culturale, e quali legami intrattenga con i processi storico-sociali-economici verificatisi nell’arco degli ultimi decenni, è quanto il presente contributo dell’antropologo Ernesto Di Renzo si propone di esaminare.

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Articolo tratto da Culturagastronomica.it