Venerdì 10 maggio 2019 si è svolto l’expert meeting “Impatti etici dell’Intelligenza Artificiale”, un evento promosso dalla Fondazione Marco Vigorelli, per confrontarsi sulle implicazioni etiche di un mondo sempre più tecnologizzato.

Durante l’evento, svoltosi presso l’Istituto Luigi Sturzo a Roma, si è discusso, attraverso un approccio multidisciplinare, dei cambiamenti tecnologici che investono la società odierna e di come questa possa rispondere efficacemente alle sfide che l’attendono.

L’incontro si è aperto con i saluti e l’introduzione dei lavori da parte del Dott. Nicola Antonetti, Presidente dell’Istituto Luigi Sturzo, e la Dott.ssa Ilaria Vigorelli, Presidente della Fondazione Marco Vigorelli.

Il primo intervento in programma è stato del Prof. Mario Rasetti, Presidente dell’ISI Foundation, e del Prof. Alessandro Giuliani, Biologo e Ricercatore dell’Istituto Superiore di Sanità, che si sono soffermati sugli aspetti tecnologici della “rivoluzione digitale.” La rivoluzione digitale si sta facendo largo sempre di più nella nostra vita grazie al c.d IoT (Internet of Things): ci si aspetta che, nell’arco di 5-7 anni, il numero di nuovi dispositivi in rete sarà di 150 miliardi, per un totale di circa 20 dispositivi a persona. Contestualmente, sono sempre di più gli aspetti della nostra vita condizionati dall’enorme mole di dati prodotti dalle nuove tecnologie. Tale processo porterà non solo ad un cambiamento dell’indice di sviluppo del pianeta, ma anche, nella fase transitoria che stiamo già attraversando, a numerose implicazioni e problematiche di carattere etico. In particolare, si è evidenziato: il problema della proprietà dei dati che, nella maggioranza di casi, appartengono ad aziende private; il cambio di paradigma nella sfera dei valori, dove i valori propriamente umani vengono sostituiti da valori fittizi come quelli dei social network; la necessità quindi di ripensare il nostro modello sociale.

Proprio su quest’ultima considerazione si innesta l’esposizione del Dott. Angelo Marcello Caldani, Presidente AGCOM, e del Dott. Paolo Ciocca, Commissario CONSOB, i quali hanno evidenziato gli effetti prodotti dalle nuove tecnologie in ambito economico. Oggi assistiamo all’ascesa di una nuova triade tecnologica composta da Intelligenza Artificiale, Blockchain e IoT, che stanno “spodestando” i fenomeni tecnologici del Mobile, Cloud e dei Social network. Il mondo del lavoro è investito dall’estrema velocità ed innovazione di questo progresso tecnologico, che se da un lato genera grandi opportunità economiche, come l’aumento di produttività e l’accelerazione della crescita, dall’altro può dar vita a forti squilibri all’interno della società stessa. Nello specifico assistiamo al manifestarsi di un sentimento generalizzato di paura, correlato alla perdita del posto di lavoro; infatti sempre più persone si trovano tagliate fuori da tutti quei settori dove il digitale sta entrando prepotentemente, a causa sia dei nuovi processi di automazione, sia della necessità di possedere nuove competenze e del re-skill di quelle già in possesso.

La prima parte dell’evento si è conclusa con l’approfondimento del Prof. Markus Krienke, Ordinario di Filosofia moderna ed Etica sociale della Facoltà di Teologia di Lugano, e del Dott. Giovanni Bianchi, Fondatore e Senior Partner di Comma 10, che hanno illustrato la prospettiva della dottrina sociale della Chiesa rispetto all’evoluzione della tecnologia nel mondo contemporaneo. Nello specifico, la dottrina sociale della Chiesa afferma che qualsiasi dispositivo tecnologico deve essere considerato come un mezzo rispetto al fine che rimane l’essere umano. Oggi però è necessario un cambio di paradigma, infatti, con l’avvento dell’Intelligenza Artificiale, gli strumenti tecnologici non possono più essere considerati come meramente passivi poiché dotati della capacità di agire. Tuttavia, proprio l’insegnamento sociale della Chiesa può offrire un contributo dal punto di vista etico dato che fa una distinzione tra soggetto e persona: dove con il primo si può intendere anche un dispositivo tecnico incapace di agire in senso morale e con il secondo l’essere umano in quanto tale, capace di agire secondo ragioni morali.

La sessione pomeridiana si è aperta con l’analisi del Dott. Riccardo Ribera d’Alcalà, Direttore Generale del Parlamento Europeo – Direzione Generale delle Politiche interne dell’Unione, e della Dott.ssa Paola Maria Zerman, Avvocato dello Stato, che hanno messo in luce l’approccio dell’Unione Europea nei confronti delle nuove tecnologie e il forte impatto di queste ultime sulla società contemporanea. Come già affermato, l’utilizzo delle nuove tecnologie porterà alla perdita di numerosi posti di lavoro soprattutto nel periodo di transizione: negli anni a venire, nella solo area dell’Unione Europea si stima un deficit di capacità tecniche e professionali di circa 350.000 posti di lavoro. Tuttavia, è proprio l’Unione Europea a distinguersi, sia dagli Stati Uniti sia dalla Cina, per l’approccio e per gli investimenti economici nei confronti delle sfide della digitalizzazione. L’approccio normativo comunitario, nel campo delle nuove tecnologie, si caratterizza per il primato dell’economia sociale di mercato che pone in risalto la centralità dei diritti e della persona umana a differenza del modello cinese basato sul controllo completo da parte dello Stato e del modello americano che predilige il ruolo fondamentale del settore privato. In particolare, la sfida dell’Unione europea è quella di portare avanti una definizione antropocentrica di Intelligenza Artificiale. A tal fine è ispirata l’azione degli organi istituzionali europei e tra le numerose iniziative si ricordano: le Linee guida UE sull’ Intelligenza Artificiale, la Risoluzione del 12 febbraio 2019 su una politica industriale europea globale in materia di robotica e Intelligenza Artificiale, lo stanziamento di 20 miliardi di euro l’anno per l’Intelligenza Artificiale.

L’ultimo intervento in programma è stato curato dal Dott. Giovanni Lo Storto, Direttore Generale della LUISS Guido Carli di Roma, e della Prof.ssa Marta Bertolaso, Professore Associato di Logica e Filosofia della Scienza dell’Università Campus Biomedico di Roma, i quali hanno analizzato l’importanza del ruolo della formazione in un mondo in completo divenire. Il processo di digitalizzazione comporterà un visibile cambiamento nel mondo che oggi conosciamo; secondo alcuni studi il mondo tra 10 anni avrà subito un cambiamento pari alla differenza tra il mondo di oggi e quello di circa 200 anni fa. Inoltre, molti degli studenti di oggi faranno un lavoro che ancora deve essere inventato. Se il mondo volge verso un’epoca di digitalizzazione, che stiamo già sperimentando in parte con l’IoT (Internet of Things), saranno necessarie nuove competenze specifiche in ambito tecnologico. Quindi, il punto cardine su cui sarà necessario basare l’Education del domani è dare nuovamente un primato alle competenze, mentre oggi assistiamo ad un appiattimento delle stesse a causa della c.d orizzontalizzazione. Tuttavia, il ruolo della Formazione non potrà esaurirsi nel fornire le giuste competenze, ma sarà necessario sottoporre gli studenti ad ambienti di contaminazione esperienziale stimolanti, con lo scopo di farli interagire in maniera positiva con il mondo che li attenderà. Inoltre, resta necessario educare alla collaborazione, coltivando così quella dimensione relazionale che si configura come fondamentale nella vita quotidiana non solo in qualità di studenti ma di persone.

Dopo gli interventi dei Main Speaker e dei Discussant, il meeting si è avviato verso la conclusione con la General Discussion moderata dal Prof. Armando Fumagalli, Ordinario di Teoria dei linguaggi e Direttore del Master in International Screenwriting and Production dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, all’interno della quale è stato possibile approfondire i lavori della giornata e confrontarsi ulteriormente sulle tematiche esposte.

L’evento ha visto, tra i numerosi invitati e relatori, anche il nostro Presidente Lucio Fumagalli che si è soffermato sull’analisi generazionale del “Digital Divide” e sul tema, sempre più attuale, di come interpretare in maniera professionale l’enorme mole di dati generata dalle nuove tecnologie.

Cristiano Abbagnano – Collaboratore BAICR